Mi confronto ogni giorno con persone alla ricerca di qualcosa. Chi la casa dei sogni, chi l’investimento della vita. Tutto e subito. C’è una certa urgenza nell’aria, un desiderio comune di ottenere risultati immediati.
Urgenza e desiderio che, una volta esauriti entusiasmo e motivazione iniziali, tendono a spegnersi rapidamente. Questo accade quando la speranza di vedere risultati in poche settimane (a volte addirittura giorni!) si scontra con la realtà.
Trovare la casa perfetta o scegliere l’investimento giusto non è una semplice combinazione di fortuna (fortuna un pò si, non credi?) o di velocità, ma di tempo: tempo per esplorare, per capire davvero cosa si desidera e cosa ci rispecchia davvero. Già, perchè è solo esplorando che capiamo davvero ciò che vogliamo.
Come si può pensare di entrare in un mondo così vasto e complesso come quello immobiliare e trovare la pappa pronta, senza investire inizialmente del tempo per cercare, valutare, sbagliare, scegliere, ricominciare?
Questa riflessione coinvolge ognuno di noi, me compreso. A chi non capita di impegnarsi
in maniera spasmodica, investire energie e cadere nello sconforto quando non si vedono
nell’immediato (o quasi) i risultati?
La ricerca di un immobile, la scelta in un investimento, parte proprio dal singolo. Da dove
quindi?
Una ricerca degna di nota deve necessariamente partire da ciò che non vogliamo. Iniziare quindi a escludere tutto quello che, per un motivo o per un altro, ci trova disallineati: nello stile, nel luogo, nel livello di esposizione. A ciascuno il proprio, insomma.
Ci sono persone più propense al rischio, altre molto meno. Ci sono case che per alcuni rappresentano il sogno di una vita. Per altri sono solo immobili come tanti. Ci sono luoghi che si prestano allo stile di vita di qualcuno. Invivibili per altri. Insomma, non tutto è per tutti.
E un bravo consulente deve necessariamente conoscerli questi aspetti. Deve saper stringere il cerchio così tanto da restarci dentro solo quella giusta, di casa (o di investimento). Ricerca, tentativo, errore, scrematura. E ancora, ancora.
Per concludere, ciò che ci serve davvero è un po’ di pazienza. Non possiamo fare a meno del tempo, eppure lo trattiamo come se fosse un nemico. Ma è proprio lui a darci la possibilità di fare scelte più consapevoli, di crescere lentamente e in modo solido. Non esiste un percorso che possa essere compiuto senza fermate, errori e riflessioni. E, paradossalmente, è proprio quando accettiamo che il cammino richiede il suo tempo che iniziamo a camminare davvero.
Diamoci il dannato tempo. Non per aspettare passivamente, ma per esplorare, per comprendere, per ascoltarci, per fare le scelte che contano. Perché quando guardiamo indietro vedremo che tutto si muove anche quando appare immobile e capiremo che è stato il tempo a dare valore ai nostri successi, alle nostre esperienze, e soprattutto, a noi stessi.
AF