Investire è un pò come aspettare che la vernice asciughi o l’erba cresca. Se volete delle emozioni, prendete 800$ e andate a Las Vegas
Paul Samuelson
Tutti parlano di rendite passive, di “compra e dimentica”, di diventare ricchi con gli immobili mentre sorseggi un Negroni a Bali.
Ma nessuno ti dice che, prima di tutto, investire nel mercato immobiliare è un atto di presenza. Presenza nel capire, nel gestire, nello sbagliare, nel decidere. Nessun algoritmo lo farà al posto tuo. Nessun guru. Nessuna formula magica.
La verità è che, dietro ogni operazione che funziona, c’è qualcuno che si è fatto un mazzo così.
E io sono qui per raccontarti proprio questo: la faccia sporca dell’investimento immobiliare. Quella vera. Quella che non si vende nei corsi da 997 euro.
Ma cosa vuol dire davvero “investire in immobili”?
Siamo tutti d’accordo che le case siano beni concreti, tangibili. Ma se non fai attenzione, l’investimento può diventare una delle cose più astratte che esistano. Come quando ti raccontano che il mercato immobiliare è solo una questione di “location” e “capital gain” – come se la magia stesse tutta nel prezzo.
E tu ci credi, vero?
Finchè non ti ritrovi con un immobile che non rende, con una burocrazia che ti soffoca, con un sogno che si frantuma contro la realtà.
E sai una cosa? Ci sono passato anche io.
Quando ho iniziato, pensavo che fosse tutto così semplice. Acquistare un immobile, ‘rinfrescarlo’, affittarlo o venderlo, e voilà! I soldi venivano da soli, giusto?
Beh, mi sono schiantato. E duro.
E ancora oggi, a distanza di qualche anno, raccolgo i cocci.
Ho investito in progetti che sembravano promettenti, seguendo ciecamente le ricette di chi, nel frattempo, continuava a vendere il sogno della “rendita passiva” o del “flipping”.
Ma la realtà è ben diversa.
Per ogni guadagno che sembrava facile, c’era una serie infinita di imprevisti che mi hanno fatto perdere tempo, denaro, e molto, molto, sonno.
Ecco, ti dico questo non per dissuaderti dall’investire, ma per aiutarti a cogliere un aspetto fondamentale: l’immobiliare è un mestiere che si impara sul campo.
Con errori. Con fallimenti. E soprattutto, con tanto sudore.
Ti sei mai chiesto perchè chi svolge la mia professione non mostra mai il lato oscuro della medaglia?
L’operazione andata storta. L’appartamento che, al netto di spese di gestione e tasse, ha rendimento che sfiora a malapena il segno più.
Già.
Tutti a mettere in piazza i successi, le operazioni chiuse con Roi 83% in soli due mesi, le rendite automatiche da capogiro con AirBnB. Ti raccontano sempre di belle storie, di case che crescono in valore, di opportunità che cambiano la vita.
Ma nessuno ti dice che ogni investimento porta con sè una valanga di lavoro vero.
E se invece io ti dicessi che investire in immobili è meno una corsa e più una maratona? Proprio così: un lungo percorso che inizia con anni di preparazione ed errori – e che, in realtà, non finisce mai davvero.
La burocrazia ti mangia vivo, i rischi sono dietro ogni angolo, e le cose non vanno mai come le avevi pianificate.
Eppure, a volte, il vero segreto per far fruttare l’investimento sta nel saper gestire i problemi. Ogni giorno è una sfida con qualcosa di nuovo: dalle trattative alle scadenze, dai contratti da leggere con attenzione ai contrattempi tecnici che si presentano all’ultimo minuto.
Non c’è guadagno senza rischio.
Non c’è successo senza fatica.
Se pensi che l’immobiliare sia solo una questione di numeri, ti consiglio di fare un passo indietro.
Ti ho già detto che non c’è una formula magica. Ma la verità è che c’è un sistema per fare in modo che il rischio lavori a tuo favore: si chiama preparazione.
E poi c’è qualcosa che nessuno ti può insegnare: quella volontà silenziosa che ti tiene in piedi quando tutto il resto vorrebbe vederti a terra.
AF