Aste tra gioie e dolori: un’avventura imprevedibile

Il dolore e la gioia sono inseparabili, uno è nascosto nell’altra e viceversa

Khalil Gibran

Immagina di essere in una sala affollata, di quelle allestite a puntino per la gara del giorno, proprio quello in cui saprai se la casa che hai scelto, analizzato e approfondito per intere settimane, sarà finalmente tua.

File di sedie ordinate, luci artificiali, brusio in sottofondo.

Sono momenti interminabili in cui, consapevolmente o meno, fai di tutto per capire chi tra i presenti sembra essere il più determinato, chi potrebbe darti del filo da torcere.

Lo fai, inevitabilmente, basandoti su giudizi che il tuo cervello formula in una manciata di secondi: abiti, gesti, modi di fare, sono solo alcune tra le variabili che influenzeranno la tua percezione, che tu lo voglia o no.

La verità è che non puoi sapere nulla con certezza. Non sai se vincerai o perderai, se andrai a casa con un affare in valigia o con la coda tra le gambe.

Vittoria o sconfitta, gioia o dolore, soddisfazione o delusione: tutto si decide in una manciata di minuti.

Ho assistito e partecipato a gare che ti tengono col fiato sospeso, aggiudicate all’ultimo secondo dopo un’interminabile serie di rialzi. Ecco che proprio quando pensi di aver capito chi è in partita, entra in gioco l’insospettabile, colui che fino a qual momento sembrava il meno coinvolto, quasi disinteressato: alza la mano una sola volta e mette fine alla competizione, sbaragliando tutti.

Spettacolo allo stato puro.

Ho accompagnato clienti che mai avrebbero sperato in un acquisto facile, eppure hanno comprato all’offerta minima, senza neanche un rialzo, perchè in quella gara, in quel giorno, erano gli unici offerenti.

Ho suggerito decine di strategie, quasi come fossero ricette, alcune delle quali ho viste smontarsi in pochi istanti (mentre altre hanno funzionato e continuano a funzionare!)

Insomma, le aste rappresentano un universo di emozioni contrastanti, dove il confine tra gioia e dolore è sottile e mutevole. In un attimo si passa dall’esaltazione della vittoria alla frustrazione della sconfitta, in un gioco dove nulla è prevedibile e il controllo sembra sfuggirci di mano.

Ma forse è proprio questa imprevedibilità a renderle così affascinanti: le aste ci ricordano che la vita, proprio come loro, non è mai interamente sotto il nostro controllo. Accettare l’incertezza, imparare a muoversi tra la tensione del momento e la consapevolezza di ciò che davvero possiamo influenzare, è una lezione che va ben oltre la semplice aggiudicazione di un bene.

In fondo, il vero valore di ogni partecipazione risiede nella capacità di accettare entrambi i volti della medaglia: il successo e il fallimento, tutti e due indispensabili per evolvere.

AF

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