Ogni volta che mi domandano a quanto corrisponda il compenso per la mia prestazione professionale, nasce in me una riflessione automatica, spontanea, quasi inconscia. Non riguarda tanto il costo del mio lavoro, quanto il valore che attribuisco a me stesso e a quello che faccio, in particolare al MODO.
Quante volte ci siamo trovati a rispondere a una domanda del genere e a sentirci quasi a disagio nel dare una cifra, come se dovessimo giustificarci o sentirci in colpa? Per chi ha la fortuna (o la sfortuna, chi lo sa!) di definire il proprio tariffario in autonomia, accade più spesso di quanto si pensi.
Il vero punto non è mai la somma che chiediamo, quanto il significato che le diamo.
E’ un tema che va ben oltre i numeri e che tocca l’essenza di come ci vediamo nelle nostre professioni e nel mondo che ci circonda.
Ma, quanto costa davvero un consulente immobiliare? Non è facile rispondere, perchè il prezzo dipende da molti fattori: competenze, tempo investito, esperienza, risultati ottenuti, contesti e situazioni differenti..
C’ è una domanda ancora più importante: quanto siamo pronti a farci pagare per quello che offriamo? Se non riconosciamo quanto siano preziosi il nostro tempo e le nostre capacità, come possiamo pretendere che gli altri lo facciano?
In fondo, è un gioco di equilibrio tra ciò che facciamo, il modo in cui agiamo e quanto siamo disposti ad accettare in cambio. E qui entra in campo la riflessione che molti evitano: come possiamo crescere se non ci attribuiamo il giusto valore?
Immagina per un attimo di dover stilare un preventivo per un cliente. Se non credi veramente nella qualità che porterai, sarà difficile trasmettere quella fiducia e quella sicurezza che, alla fine, fanno la differenza. Ma se lo riconosci, non solo sarai in grado di chiederne il giusto corrispettivo, ma potrai anche dare il meglio di te stesso perchè ti sentirai meritevole di ogni centesimo che ricevi. La questione non è solo “quanto costa il mio lavoro?”, ma piuttosto “quanto valgono il mio impegno, la mia passione, la mia dedizione, la mia competenza?”
Ed ecco quindi la vera domanda: quante volte accettiamo di ridurre il “nostro costo” per non sembrare esigenti o pretenziosi? Quante volte abbassiamo il compenso per compiacere, per sentirci apprezzati e accettati? E a che prezzo? La risposta non è facile, ma se vogliamo realmente crescere, non possiamo più scendere a compromessi con noi stessi.
In fin dei conti, se siamo disposti a vedere la nostra professione come un investimento in continua evoluzione -attraverso formazione, studio, serietà- allora non avremo paura di valorizzarci. Non si tratta solo di soldi, ma di come ci percepiamo e di come vogliamo essere visti, vissuti.
Per concludere, la domanda “Quanto Costi?” contiene la risposta in ognuno di noi: siamo i primi a saperci attribuire il giusto valore, valore che assume qualità quando personalità e professionalità si fondono all’unisono, generando prestazioni di alto livello. Ed è solo quando saremo in grado di rispondere con sicurezza, senza paura di essere giudicati, che il nostro lavoro diventerà un vero e proprio miracolo. Un miracolo che, a quel punto, avrà il giusto prezzo.
AF